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Ultimo aggiornamento: 26/05/2010

"Un piede in riva un altro in mare,
Senza posa nell'agire
."

(trad. da: Shakespeare W. - Molto rumore per nulla)



Il nome vernacolare di 'mudskippers' (o 'mudhoppers') qui tradotto come 'saltafango', viene usato per divere specie di pesci strettamente imparentate dai peculiari comportamenti anfibi (Teleostei, Gobiidae, Oxudercinae: vedi anche Sistematica e biogeografia).

Le attività condotte in ambiente semi-terrestre includono i comportamenti alimentari, il corteggiamento, i comportamenti di homing, i movimenti tidali ed il comportamento territoriale (Brillet, 1969a; 1969b; 1970; 1975; 1976; 1980a; 1980b; 1981; 1983; 1984a; 1984b; Berti et al., 1994; Clayton & Vaughan, 1982; 1986; 1988; Clayton, 1987; Clayton & Wright, 1989; Clayton & Snowden, 2000; Ikebe & Oishi, 1996; Kobayashi et al., 1971; Nursall, 1981; Sponder & Lauder, 1981).

Queste specie sono attualmente incluse nella sottofamiglia di gobidi Oxudercinae (10 generi, 40 specie; Murdy, 1989; Jafaar & Larson, 2008), e sono distribuite in ambienti intertidali a fondo soffice tropicali e subtropicali dell’Africa occidentale e della regione Indo-Pacifica. La maggiore ricchezza di specie e numero di endemismi si trovano nella regione Indo-Malese, che è probabilmente anche il centro di origine di questo gruppo (Murdy, 1989).

Gli adattamenti all’ambiente terrestre e alla vita anfibia di alcune di queste specie, unici fra tutti i cordati acquatici, sono approssimati solo da alcuni membri della famiglia dei blennidi (Teleostei: Perciformes: Blennioidei: Blennidae), detti anche 'rockskippers' (saltarocce), e che vivono sempre in ambiente intertidale, ma su substrati rocciosi (Horn et al., 1999)

 

P. argentilineatus


Periophthalmus argentilineatus (Stone Wall Island, Giappone, 2002). Foto: Akinori Kamiya "Yamaneko" © umisuzume (2006), con il permesso dell’autore

 

 



B. pectinirostris


Boleophthalmus pectinirostris (Ariake Sound, Giappone, 2003). Foto: © BlueNativeFactory (2006), con il permesso dell’autore

 

In particolare, i perioftalmi (genere Periophthalmus) ed i boleoftalmi (genere Boleophthalmus) includono specie che hanno ispirato l’immaginazione popolare e scientifica sin dagli albori delle scienze naturali.

Due delle otto specie di gobidi che C. Linnaeus descrisse nel 1766 nel suo Systema Naturae appartengono ora a questo gruppo (oltre 2000 specie nominali di gobidi, comprese in oltre 200 generi, sono state descritte sino ad oggi: Nelson, 1994).

Questi pesci sono un esempio eccellente di come i vertebrati abbiano potuto intraprendere e continuino ad intraprendere percorsi evolutivi che conducono alla semi-terrestrialità nell’ambito di ecosistemi di transizione. L’interfaccia aria-acqua è sempre stata per i vertebrati una delle barriere ecologiche più nette ed ardue da attraversare.



All’interno della sottofamiglia Oxudercinae esiste un graduale continuum di specifici complessi di adattamenti alla vita anfibia.

I numerosi e diversi adattamenti vanno da quelli più rudimentali delle specie che vivono sempre in condizioni di completa o parziale immersione (e.g. Parapocryptes sp.), a quelli estremi delle specie che vivono nella zona supratidale alta, dove il substrato viene sommerso dall’acqua solo una o due volte al mese (per es. Periophthalmus novemradiatus: oss. pers.).

A. bato


Apocryptes bato
.
Foto: Frank Schäfer, © Der Aquaristik-Laden (2002)



convergence


A sinistra: vista dorsale e laterale del cranio di un tipico saltafango (Periophthalmus sp.); a destra: vista dorsale e laterale del cranio di un tetrapode panderictide del devoniano medio;
notare la posizione peculiare ed apparentemente convergente delle narici (no) e la presenza di creste ossee orbitali (ri): gli occhi sono in posizione dorsale mentre le narici sono orientate ventralmente. Questa condizione è probabilmente adattativa in acque molto basse, come quelle tipiche degli ambienti intertidali in prossimità del bordo dell’acqua e in condizioni di bassa marea.
Modificato da Schultze (1999), con il permesso di Elsevier

 

E’ in corso un recente dibattito scientifico che coinvolge eco-fisiologi e paleoecologi (Graham & Lee, 2004; Schultze, 1999), sulla possibilità di considerare questo gruppo come un modello per la transizione evolutiva mare-terra dei protoanfibi devoniani, antenati di tutti i tetrapodi esistenti (= vertebrati terrestri, incluso l’uomo: vedi anche L’opportunità del devoniano).

I saltafango non sono più imparentati con i tetrapodi di un pesce persico o una cernia (vedi anche Pesci fuor d’acqua). Ciò nondimeno, lo studio della loro storia evolutiva e dei loro adattamenti alla vita anfibia potrebbe aiutare a far luce sui meccanismi eco-evolutivi alla base dei primi passi della transizione tetrapode dal mare (o da altri ambienti acquatici) verso la terraferma.

Gli adattamenti fortemente convergenti sono il risultato di intense pressioni selettive che agiscono indipendentemente su specie prive di recenti antenati comuni (vedi anche Pesci fuor d’acqua). In particolare, è il caso di diversi organismi originariamente acquatici adattatisi ad ecosistemi intertidali: diverse specie intertidali residenti presentano tipici adattamenti convergenti, come la presenza di stadi vitali precoci con elevata capacità di dispersione, di organi per la respirazione aerea, di comportamenti arboricoli o di scavo, e di comportamenti anfibi.



Questa preziosa eredità naturale è oggi messa in pericolo dall’espansione demografica delle popolazioni umane, esasperata dai recenti meccanismi dell’economia globale.

Paesi come il Niger, l’Iran, l’India, la Malaysia, l’Indonesia, le Filippine e la Cina, per nominarne solo qualcuno, stanno sistematicamente distruggendo gli habitat naturali di queste specie: piane di fango tidali e foreste a mangrovie.

I saltafango sono componenti caratteristici e spesso notevolmente abbondanti di questi ecosistemi di transizione, e sono suscettibili all’impatto antropico sia da mare che, in maniera ancor più drastica, da terra (Polgar, 2008).

Ad ogni modo, l’effetto domino di questa progressiva distruzione sta oggi agendo non solo ad un livello ecologico e culturale.
Le drammatiche conseguenze economiche e sociali di questa politica, sia nel breve che nel lungo termine, si stanno facendo sempre più evidenti.


 
tsunami

Il disastro provocato da uno tsunami dopo la distruzione della cintura protettiva lungo costa offerta dalle foreste a mangrovie. Banda Aceh, Indonesia, 2005.
© IABC, (10/2005), con il permesso dello staff editoriale




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