Nei saltafango l'escrezione, indipendentemente dal grado di terrestrialità (per es. nelle specie appartenenti ai generi Periophthalmus, Periophthalmodon e Boleophthalmus) avviene come nella maggior parte dei pesci attraverso le branchie, tramite eliminazione di composti ammoniacali e, in grado minore, di urea.
Di fatto, una tendenza verso l'ureotelia (un processo metabolico relativamente costoso, diffuso fra i sarcopterigi viventi - vedi anche Pesci fuor d'acqua), non è stata dimostrata in nessuna specie di gobide oxudercino (Gregory, 1977; Evans et al., 1999).
In generale, i saltafango sono molto resistenti all'accumulo di composti ammoniacali.
Peng et al. (1998) hanno misurato in Periophthalmodon schlosseri una tolleranza a concentrazioni ammoniacali di circa 450 μM NH3 per almeno 7 giorni: valori comparabili solo a quelli tollerati da Oreochromis alcalicus grahami (= Alcalotilapia grahami: un ciclide africano che vive in laghi alcalini, in acque con pH>9.5), sebbene a pH molto inferiori.
Gli stessi autori hanno osservato che Boleophthalmus boddaerti (= B. boddarti) può tollerare concentrazioni di circa 40 μM NH3, comparabili a quelle tollerate da Periophthalmus cantonensis (= P. modestus: Iwata, 1988), e a concentrazioni letali per un campione di diverse specie acquatiche di gobioidi d'acqua dolce, estuarini e di pozze tidali (circa 45 μM NH3 per 24h: Iwata, 1988).
Sia Pn. schlosseri che B. boddarti possono ridurre il tasso di proteolisi e del catabolismo degli aminoacidi, riducendo così il tasso di accumulo dei composti ammoniacali (Lim et al., 2001).
L'emersione e l'esposizione delle branchie all'aria riducono drasticamente la funzione escretoria, ed i saltafango adottano diverse strategie metaboliche per difendersi dalla tossicità dei composti ammoniacali fuori dall'acqua.
In condizioni di terrestrialità, Periophthalmodon schlosseri detossifica i composti ammoniacali accumulando alanina e al contempo producendo energia tramite il catabolismo parziale degli aminoacidi (aminazione e transaminazione). L'efficienza di questa via metabolica migliora con l’aumentare della durata del tempo di emersione (Ip et al., 2001, 2004a). Questo adattamento fisiologico permette a questa specie di essere molto attiva fuori dall’acqua, senza peraltro intaccare le riserve di glicogeno, che utilizza invece quando si sposta sott’acqua.
Tale strategia è probabilmente adottata anche da Periophthalmus modestus (Iwata et al., 1981; Iwata, 1988).
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Effetti di tre minuti di esercizio nel muscolo di Periophthalmodon schlosseri dopo 24 ore di emersione;
barre bianche= concentrazione di glicogeno; barre tratteggiate= lattato; barre grigie= alanina; barre nere= composti ammoniacali; * dati significativamente differenti dalle condizioni di immersione ed assenza di esercizio (P<0.05).
Da Ip et al., 2001, con il permesso della Company of Biologists Ltd.
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